In questo periodo di ripresa degli intrattenimenti di massa, a seguito del rallentamento della pandemia, abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di persone con disabilità che si lamentavano di essere state escluse o trattate in malo modo dagli organizzatori
Ci riferiamo ai problemi verificatisi a Trento durante il concerto di Vasco Rossi e a quelli di Milano per lo spettacolo di Fiorello.
Siamo quindi ben lieti di potervi descrivere una situazione molto positiva che ci viene descritta dalla nostra associata Michela a proposito del concerto di Jovanotti ad Albenga. D'altra parte abbiamo avuto l'occasione di fare una lunga chiacchierata con Lorenzo in occasione di un ricevimento al Quirinale e abbiamo potuto apprezzare le sue doti di umanità e la sua sensibilità ai problemi delle persone con disabilità.
Ma lasciamo la parola a Michela e al suo entusiasmo.
"Vorrei raccontarvi la mia esperienza, visto che da fan trentennale e sfegatata di Jovanotti, non vedevo l’ora di vivere il famoso Jovabeach.
In Italia, ormai è tutto evento, quindi, dopo due anni di pandemia, è normale che un concerto del genere possa attrarre migliaia di persone.
Veniamo a ciò che mio marito ed io, entrambi non vedenti, abbiamo vissuto alla tappa di Albenga, perché è facile lamentarsi quando le cose vanno male, meno ringraziare, quando invece funzionano, come in questo caso.
Un po’ timorosa, qualche mese prima, ho seguito le indicazioni del ‘app Jovabeach “ dove c’è scritto che, per le persone disabili, bisogna inviare un email all’organizzazione, perchè, essendo su sabbia, è prevista un’apposita pedana, con posti limitati.
La risposta è arrivata il pomeriggio precedente il concerto, quando ormai pensavo di dover rinunciare.
Un addetto ci avrebbe aspettato all’ ingresso dell’ippodromo – luogo scelto per ospitare l’evento, vista la grandezza delle spiagge liguri- e ci avrebbe consegnato il biglietto, indicandoci la pedana.
Arriva il fatidico giorno: giungiamo all’ippodromo, emozionati. Un addetto ci viene incontro, legge il nostro nome da un elenco e ci consegna il biglietto. Unico neo: ci dice, probabilmente dando per scontato che io ci veda benissimo, che la pedana dei disabili è subito dopo il palloncino verde.
Sconcertati, travolti dal caldo e dall’atmosfera particolare che si respira, iniziamo a seguire la pista. Il palco, immenso, è proprio di fronte a noi. Gente che balla ovunque, assiepata sul prato.
Ai lati della pista, si sussegue una serie di stand colorati. Decidiamo di proseguire: chiederemo a qualcuno.
Dopo un po’, davanti a noi, una ragazza con le stampelle. Chiediamo a lei e la seguiamo, incoraggiati dalla sua gentilezza.
Finalmente, dopo pochi passi, ecco la pedana: è un palco di legno, con una ringhiera, alto circa un metro e mezzo.
Due ragazzi addetti all’area ci sorridono. Uno dei due ci prende a braccetto, ci accompagna sulla rampa, posizionata dietro la pedana, ci fa sedere su due sedie di plastica, sotto un ombrellone. Ci spiega che, se abbiamo bisogno di andare in bagno o altro, di chiamarlo pure. Ci sono altri disabili presenti, coi loro accompagnatori. I due ragazzi instancabili, compaiono di tanto in tanto, con acqua, richieste su come vada. Sono stati i nostri angeli custodi per otto ore, sotto il sole, sempre sorridenti e gentili.
Dopo un pomeriggio di ospiti, con qualche incursione, finalmente, il concerto di Jovanotti inizia.
Dalla nostra posizione soprelevata, privilegiata, sentiamo benissimo.
La descrizione sommaria a me e mio marito ce la fa uno dei due ragazzi: Jovanotti è vestito un po’ come Jack Sparrow, cioè da pirata, con dei cappelli che alterna.
Ci racconta un po’ anche la scenografia: un maxischermo gigante, un cuore enorme sulla destra del palco e una palla a specchi sulla sinistra.
Dopo il fantastico concento, penso come faremmo ad uscire con ventimila persone?
Niente paura: la sicurezza ha pensato anche a questo.
I due ragazzi e due addetti alla sicurezza, radunano tutto il gruppo e ci scortano fuori, al sicuro, senza essere travolti dalla gente che usciva.
Non posso far altro che ringraziare per l’accoglienza, la gentilezza, la capacità organizzativa. Non è facile rendere un evento accessibile con tanta gente, ma credo che l’organizzazione ci sia riuscita benissimo , nel migliore dei modi.
Ringrazio ancora i due ragazzi addetti alla pedana dei disabili che sono stati meravigliosi e gli uomini della sicurezza.
E naturalmente.. Jovanotti che pensa anche ai suoi fan speciali."
Michela Galetto
[N.d.R.: Il fatto che tutti i disabili siano stati concentrati su una pedana di legno, in altre circostanze sarebbe stato un comportamento discriminante, dato che le persone con disabilità hanno diritto a collocarsi dove meglio credono, senza essere ristrette in una specie di ghetto. Ma nel caso specifico, non si trattava di un locale o di uno spazio aperto dedicato agli spettacoli, bensì dell'arenile di Albenga, sulla cui sabbia una sedia a ruote non avrebbe potuto spostarsi con facilità. Inoltre pare che la posizione fosse particolarmente favorevole per godere dello spettacolo. G.N.]