Viviamo in un epoca in cui le notizie, vere o false,e purtroppo più numerose quelle false che non quelle vere, più numerose quelle cattive che non quelle buone, fanno il giro del mondo in un decimo di secondo. Sono esagerato? Beh, chi non ci crede mi contatti pure direttamente e gli spiegherò con un semplice calcolo mentale che, centesimo di secondo più o meno, questa non è una fake news!
Piuttosto c'è il fondato timore che il segreto non sia più tale, visto con quanta facilità gli archivi ultrariservati dei servizi segreti di questo o quel Paese finiscono su un sito web o con quale noncuranza i nostri dati personali e le nostre fotografie più intime passano da Facebook alle ditte interessate a conoscere i gusti dei loro potenziali clienti!
Ma a questo punto non voglio più farvi rimanere col fiato sospeso e vi svelerò il mistero che circonda la nascita e la crescita della piattaforma che state utilizzando in questo preciso momento.
In realtà tutto questo verboso preambolo è servito soltanto a ritardare il momento della confessione di un mio grave errore, commesso nell'esercizio delle mie funzioni di direttore responsabile di questa testata giornalistica, quello di non aver reso noto fin dal principio ai lettori il nome di chi ha perfezionato la mia idea grezza di pubblicare on line una dei nostri numerosissimi periodici, rivestendola di accessibilità concreta e di un abito decoroso, ma scevro di quei fronzoli che appagano la vista di chi ce l'ha, ma intralciano pesantemente le mosse di chi deve giostrare con sintesi vocale o barra braille.
Si tratta di Canio Brienza, un simpaticissimo "musinformatico" che tratta con la stessa confidenza e abilità i diesis e i bemolle, come i bit e i gigabytes.
Lo sapevate già? Eh, lo so, le notizie corrono veloci, specialmente in cecolandia.
Beh, pazienza: mi sarà servito per ringraziare pubblicamente Canio per la sua attività di puro volontariato sociale, iniziata con la creazione della struttura e che prosegue ogni settimana con la pubblicazione degli articoli.
Grazie, Canio, ma so già la tua risposta, come quella che chiude le nostre telefonate, ispirata all'indimenticabile scenetta di Massimo Troisi: "un euro" ed io che rispondo "no, meglio un fiorino!"